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  Stampa questa scheda Data della recensione: 16 ottobre 2009
 
di André Téchiné, con Emilie Dequenne, Catherine Deneuve, Michel Blanc, Nicolas Duvauchelle, Mathieu Demy (Francia, 2009)
 
Nel giugno del 2004 una giovane denunciò di avere subito un'aggressione a carattere antisemita sul metro che la conduceva a Parigi. Indignazione nazionale, intervento anche del Presidente della Repubblica: solo che, due giorni dopo, la ragazza confessò di essersi inventato tutto di uno dei fatti tra i più mediatizzati degli ultimi dieci anni in Francia. Una storia vera, tradotta in cinema dal lavoro teatrale di Jean-Marie Besset: alla quale André Téchiné (non a caso, regista dell'amore-odio per i condizionamenti imposti dalla famiglia; e della Passione, che permette di trasgredire, di affrancarsi dall'ordine comune) ha aggiunto del suo, facendone un film spezzato in due.

Una prima parte, che tenta di spiegare gli antefatti psicologici della giovane: l'inutile ricerca di un impiego, ma la simbiosi perfetta con una madre affettuosa, l'incontro solare con la passione e il sesso nella figura di un giovane a dire il vero sbucato da non si sa esattamente dove. Finirà male, introducendo così il film nel secondo tempo: la genesi della menzogna, l'incontro delle due donne con la famiglia ebrea dell'avvocato che si prende cura di loro. L'ambizione del film evita allora lo scoglio dell'inspiegabile: ma per scavare in un'altra mistificazione, quella della protagonista, dell'assunzione di un'identità giudaica nel desiderio di esorcizzare la propria presunta persecuzione.

Ottimo cineasta, Téchiné è capace di filmare con grazia poetica due giovani che si abbandonano, ancora prima che all'amore, alla voluttà di sfrecciare nel mondo, tenendosi per mano sui loro roller. Poi di dirigere, per la sesta volta, la sempre adeguata Catherine Deneuve. Più ancora, di profittare del luminoso mistero che anima Emile Dequenne, l'indimenticata protagonista di ROSETTA. Al regista riesce invece più difficile razionalizzare il discorso sull'incontro con la cultura ebraica: e il film dalla naturalezza intuitiva donata dall'immagine scivola in una sceneggiatura progressivamente più verbosa, teorica e contorta.


   Il film in Internet (Google)

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